VarroaApe

Moltissimi apicoltori hanno avuto, in questi ultimi anni, famiglie che si spopolano improvvisamente, api che muoiono disorientate fuori dell’alveare senza apparente ragione. La nebbia che si aggira sulle cause di queste pesantissime perdite di api sembra diradarsi. Nuove ricerche e vecchi documenti (tenuti nascosti dolosamente per anni) accusano pesantemente i neonicotinoidi, insetticidi di nuova generazione che agiscono sul sistema nervoso degli insetti e permeano nel tempo piante e ambiente con effetti (anche in quantità infinitesimali) gravissimi, tossici, cronici nel tempo, sulle api (degli effetti sull’uomo ancora neanche una parola). Per la salvezza delle api, l’uso dei neonicotinoidi è stato sospeso, in pompa magna, nella concia del seme di mais (ci chiedevamo quante api fossero in prossimità dei campi di mais) ma questi insetticidi continuano ad essere commercializzati indisturbati per moltissime altre colture. In tutto il mondo sta montando la protesta, Avaaz.org ha lanciato una campagna, nata in Francia ma che ormai coinvolge USA e Europa con la quale oltre un milione di persone ha sottoscritto un appello per la sospensione dell’uso degli insetticidi neurotossici “fino a che nuovi e indipendenti studi dimostreranno che siamo al sicuro”. Documenti rivelati da WikiLeaks sembrano dimostrare una collusione tra il ministero dell’ambiente americano e la ditta produttrice (tedesca) per autorizzare la commercializzazione della “clothianidina”, neonicotinoide tossicissimo, nonostante ricerche, poi occultate, lo sconsigliassero drasticamente.

L’affermazione che la prima causa di morte delle api e l’avvelenamento da pesticidi, (non la varroa, come spesso si crede) sembra proprio essere confermata. In Italia si sta pensando di reintrodurre l’uso dei neonicotinoidi nella concia del seme di mais. Tutto questo non deve farci abbassare la guardia contro la Varroa che rimane un parassita temibilissimo ricordando che:

  • il ciclo biologico della varroa si compie quasi tutto dentro la cella dell’ape, ben protetto dall’opercolo.
  • ogni ciclo di covata dell’ape la popolazione di varroe raddoppia, tanto da aumentare fino a 60 volte in un anno.
  • l’Acido Ossalico gocciolato o subliminato, in assenza di covata, è estremamente efficace contro la varroa (vicino al 100%)
  • l’Acido Ossalico in presenza di covata è poco efficace (circa il 20%).

Si intuisce quanto sia importante il trattamento invernale in assenza di covata in modo da lasciare il minor numero di varroe possibili:

    • sono ormai alcuni anni che gli inverni sono miti e in vastissime zone anche del nord Italia la regina continua a deporre uova per tutto l’inverno.
    • per trattare con l’Acido Ossalico bisogna quindi attendere che la temperatura abbia subito un ragionevole abbassamento, presupponendo che vi sia o il blocco della covata o almeno un consistente rallentamento della stessa.
    • in ogni caso prima di trattare bisogna controllare tutti i telaini e sincerarsi che non vi sia covata e, nel caso ve ne sia, eliminarla, disopercolandola con una forchetta.
    • il trattamento con l’Acido Ossalico va ripetuto dopo 4/5 giorni. È necessaria quindi la massima allerta “varroa” trattando anche durante il periodo primaverile/estivo ogni volta ve ne sia la possibilità (mai in presenza del melario) avendo come obbiettivo di avere sempre il minor numero possibile di varroe presenti nell’alveare. Funziona benissimo la lotta biologica con il telaino tripartito.
    • È bene assicurarsi che anche i vostri vicini/apicoltori siano allertati al problema varroa: la varroa non ha mai un solo padrone ma è mobilissima e si distribuisce velocemente nel territorio.
CALENDARIO DI MASSIMA DEI TRATTAMENTI
      • in primavera prima del melario, acido ossalico
      • lotta biologica durante l’estate
      • a inizio Luglio blocco di covata per ingabbiamento della regina e successivo trattamento finale con Acido Ossalico
      • fine Agosto – Settembre (a fine raccolto), Api life var o Apiguard o Apistan
      • da metà Novembre a metà Dicembre in assenza di covata trattamento di pulizia con l’Acido Ossalico (è consigliabile effettuare due trattamenti a distanza di 4/5 giorni)

ACIDO OSSALICO

L’Acido Ossalico viene usato in Italia e in tutto il mondo nella lotta contro la varroa da ormai quasi vent’anni, assieme all’Acido Formico, all’Acido Lattico e al Timolo. Tutte le riviste specializzate ne hanno parlato, ne parlano, li consigliano in vario modo e ne hanno consentito la divulgazione dell’uso.
Pur consigliati e usati per decenni nessuno di questi prodotti è in Italia “registrato come medicamento per le api”.

Da Gennaio 2012 sono disponibili in Italia diversi prodotti a base di acido ossalico legalmente utilizzabili per il trattamento contro la varroa.

Ora, in Italia, l’Acido Ossalico e gli altri acidi organici sono e rimangono prodotti in libera vendita, ma non sono prodotti medicali autorizzati.

I prodotti autorizzati per il trattamento contro la varroa disponibili da Enolapi sono: APILIFE VAR, APISTAN, APIGUARD, APIBIOXAL, VARRO-MED, APIVAR STRISCE, APIFOR-60, FORMIC PRO.

ENOLAPI INJECTOR

è l’ultima novità nella somministrazione dei prodotti a base di acido ossalico gocciolato. Sostituisce la siringa, dosa gocciolando 5 ml e ricarica automaticamente. Praticissimo, fa risparmiare molto tempo.

VAPORIZZATORE (sublimatore) per Acido Ossalico

Recentemente viene molto pubblicizzato e incoraggiato l’uso del “vaporizzatore” (sublimatore) per l’acido ossalico. Lo strumento ha alcuni vantaggi innegabili:

      • Riduce di molto la mortalità di api durante il trattamento
      • I vapori di A. Ossalico prodotti dallo strumento si depongono, in un sottile strato, uniformemente sulle api, prolungando l’efficacia antivarroa del trattamento
      • Non necessita l’apertura dell’arnia per effettuare il trattamento e non bagna le api, quindi può essere usato anche a temperature basse (attorno allo 0°)
      • È impotante utilizzarlo in condizioni di alta umidità

Il vaporizzatore è legato all’uso di una batteria a 12 volt con problemi di autonomia, ricarica, trasporto che vanno affrontati e superati.

LOTTA BIOLOGICA

La ripetuta eliminazione di porzioni di favo da maschio opercolato con il telaino tripartito si è dimostrato il sistema di gran lunga più efficace per il controllo della Varroa durante il periodo estivo conseguendo due obiettivi importantissimi:

    • I’assenza assoluta di inquinamento chimico
    • si salvaguarda l’equilibrio biologico. Difatti la Varroa oltre a prediligere la covata da maschio, preferisce quella su favo, nuovo, appena costruito. Con il telaino tripartito si elimina una parte dei maschi, quelli maggiormente infestati, a tutto vantaggio degli altri fuchi che nascono in assenza del micidiale parassita.
      L’introduzione del telaino tripartito impegna ad una visita settimanale all’alveare per almeno otto/dieci settimane.
    • In assenza di covata l’efficacia di tutti i prodotti, anche quelli non menzionati, aumenta considerevolmente.
    • Il telaino tripartito in primo luogo, gli acidi lattico, formico e ossalico, in quanto prodotti naturali, sono da considerarsi trattamenti “biologici” e riconosciuti come tali dal regola- mento comunitario sul biologico
    • Tutti i prodotti antiparassitari, indistintamente, sono inquinanti e quindi in varia misura nocivi. Una sensibilizzazione “ecologica” sull’uso dei prodotti chimici in apicoltura è indispensabile. L’apicoltore deve essere attento a questo problema e preoccuparsi di usare prodotti e metodiche il meno inquinanti possibile.
    • L’indebolimento dell’ape, causato dalle ferite provocate dalla Varroa non è, di solito, la causa diretta della mortalità della famiglia, bensì le malattie che la Varroa, mobilissima, trasporta spostandosi da un’ape all’altra e da un alveare all’altro.
    • Gli sciami vanno trattati con acido ossalico prima che si opercoli la covata.

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